Biasuzzu, il fotografo dell’aspromonte Mimmo Gangemi - Scrittore

Editoriali

Era Biasuzzo opoloer tutti. Per sessant’anni – dal 1925 fino agli anni ’80 – fu lui il fotografo nei paesini abbarbicati sui dorsi delle colline alle prime pendici dell’Aspromonte. Ha il merito d’aver saputo trattenere la memoria di più generazioni, tracciando lo scorrere del tempo, i lenti mutamenti, le esistenze degli umili appena sfiorati dalla storia, o che la subivano soltanto, imprigionando i rari sussulti di vite trascinate anonime e tra gli stenti, e i frustali di una quotidianità di cui altrimenti si sarebbe smarrito il ricordo. Impronte importanti. Che si sono conservate per la caparbietà della madre, lei a decidere che a quel suo giovane, venuto su fervido di mente, di bella presenza e dai tratti raffinati, s’addicesse un mestiere che gli preservasse gentili le mani e non piuttosto la zappa e la campagna cui allora non scampavano i figli del popolo.