Il Nostro Villaggio della Memoria Paride Leporace - Giornalista e direttore Lucana Film Commission

Editoriali

Al tempo del selfie. Ovvero nell’epoca dello scatto compulsivo. Mai prodotte tante fotografie come al tempo del digitale odierno. Una bulimia incontrollata rischia di farci perdere il rapporto con l’immagine nata con il dagherrotipo e proseguita con la macchina oscura. Scatto. Posa, inquadratura. Sviluppo. Stampa. Attesa, Consegna. L’immagine, la foto, finiva in un album. In una cornice. In delle scatole di latta. Partiva per un lungo viaggio chiusa in una busta verso parenti lontani. La ricerca del tempo perduto e qualità proustiana da maneggiare con cura per evitare la nostalgia canaglia del passato migliore a priori del presente. Ma il sapore della madaleine (o, considerata la geografia, della varchiglia) lo assoporo nel guardare il repertorio di foto proposto dalla mostra allestita dall’instancabile Antonio Panzarella. Osservando le foto, frutto di lavoro artigiano, quello che ci fece ridere guardando la commedia di Scarpetta Miseria e nobiltà, ci s’immerge nella storia delle Calabrie e dei suoi abitanti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio di quel secolo breve che muta e trasformerà anche le nostre aspre e belluine terre.