La Calabria Com’era

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La fotografia per recuperare le radici della regione

Non deve stupire che un museo come la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone, che ha dimostrato negli ultimi anni un’attenzione crescente verso i diversi aspetti dell’arte in Calabria, dal contemporaneo al moderno, dal medioevo al barocco, dalla pittura alla scultura e alle arti minori, decida di aprire con questa mostra anche alla fotografia, e alla sua particolare vicenda nella nostra regione.
Attorno al volgere del millennio, con l’affermarsi dalle nuove tecnologie di ripresa, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione nella fotografia, tale da poterne inficiare persino il nome. Sì, perché a guardar bene l’avvento del digitale ha finito per cambiarne l’essenza stessa, la materia costitutiva della fotografia , che per esistere non ha più necessità di essere fermata su una lastra o su un foglio di carta sensibile.
Oramai il fotogramma digitale è pura immagine, può prescindere totalmente dall’esistenza di un supporto su cui essere sviluppata o stampata. La sua essenza è numerica, e la sua percezione è effimera, tanto quanto dura la sua apparizione su uno schermo.

Memoria e Territorio

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memoriaeterritorioLa fotografia per recuperare le opere e i giorni delle comunità

La mostra multimediale “Memoria e territorio” rientra nel novero delle attività del Gal Serre Calabresi Alta Locride finalizzate a mettere in risalto gli elementi di primario rilievo presenti sul territorio, per far riappropriare le comunità del valore delle vicende storiche dell’area.
Il territorio del Gal si estende sul versante ionico della Calabria e comprende 42 comuni fra le provincie di Catanzaro e di Reggio Calabria. Occorre operare con forza per far comprendere appieno – soprattutto agli abitanti di questo ambito – la realtà del mondo rurale, essendo consapevoli del percorso storico effettuato e dei valori dell’ambiente storico e del paesaggio.
Il Gal ha operato nell’ambito di attuazione del Piano di Sviluppo Locale “Terrae Nostrae” per portare in evidenza gli elementi emergenti e il loro ruolo nel contesto della valorizzazione del territorio. Grande attenzione è stata data alla documentazione dell’edilizia rurale di tradizione storica, degli impianti colturali, del sistema infrastrutturale delle aree rurali.

Calabria Contadina – 28 ottobre e 31 dicembre 2012

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calabriacontadinaGerard Rohlfs: la Calabria contadina nel Primo Novecento

La Calabria ha un debito di riconoscenza verso Gerhard Rohlfs, famoso glottologo tedesco, che fino a tardissima età, continuò a venire nella nostra regione, ridando dignità soprattutto al dialetto greco-calabro di Bova, da considerare, diceva, ‘monumento nazionale’.
Per oltre 60 anni ha visitato gli angoli più remoti della Calabria, armato di macchina fotografica e con montagne di schede raccolte in scatole per scarpe. Le ricerche dialettali, amava dire, si fanno “coi piedi” oltre che con la testa. L’etimologia dev’essere studiata in stretta relazione con gli oggetti, i manufatti, i fenomeni culturali. Eccolo perciò in Calabria ad assistere al parto di una giovenca, alla lavorazione del formaggio e della ginestra, alla vendemmia, all’antico gioco degli astragali (su cui pubblicò un magistrale studio).
Considerava la lingua strumento d’identità di un popolo, ‘bene culturale’ a tutti gli effetti. Ed in questa prospettiva Rohlfs rimosse, in particolare, il disprezzo che, per lungo tempo, aveva ghettizzato la comunità grecanica. Ma soprattutto, in un serrato confronto dialettico con gli studiosi contemporanei che lo avversavano, dimostrò la suggestiva ipotesi della continuità fra le parlate grecaniche dell’Aspromonte e del Salento con l’arrivo in Calabria dei primi colonizzatori greci.