Il Mare a Vazzano Sharo Gambino - Scrittore

Editoriali

[…] Quando, tre o quattro giorni dopo averla scattata, mio padre mi mise in mano la fotografia, io ci vidi benissimo mia madre tenersi in braccio mia sorella e vidi benissimo il balcone con le due graste, ma il muro rustico del palazzo no, perché non c’era, svanito, sparito per chissà quale sortilegio. Al suo posto, invece, un bel mare calmo che cullava un paio di vele un po’ sotto la linea d’orizzonte. Cosa di misterioso era avvenuto nell’istante in cui mio padre, premendo una peretta di gomma rossastra, aveva fatto scattare l’ottura tore della macchina fotografica e bruciare il magnesio provocando un lampo di luce accecante? A riflettere su quel che c’era sulla foto, sembrava che casa nostra, in quell’infinitesima frazione temporale, si fosse trasferita chessò, a Pizzo, dove il mare era stabilmente, o come se il mare fosse venuto a Vazzano per fare più bella l’immagine di mia madre nel dolce atteggiamento che aveva assunto. Un ritorno, più che altro tale, nella mia fervida fantasia, si figurava la misteriosa presenza sulla foto.