Memoria e arte sono due tra gli elementi fondanti della conoscenza di una civiltà. Conservare la memoria di quello che siamo stati e farlo tramite la creazione artistica significa agire secondo i migliori canoni culturali che l’uomo nella sua storia ha saputo produrre. Le immagini fotografiche della Calabria dei secoli scorsi ci consentono di comprendere il passato e di riviverlo vicino ai suoi protagonisti, entrando nelle case del mondo di una volta e muoverci su quelle vie, frequentare quei luoghi. Volti, spazi, abiti, usi e abitudini si affacciano dalle foto antiche per riempirci la vista di una storia che ci appartiene tutta e per darci un segno visibile di quelle radici che hanno generato, nei suoi aspetti positivi come in quelli negativi, la Calabria di oggi. Fotografie che mostrano vite intense di donne e uomini nei momenti della fatica e della festa, vite di gente umile e di esponenti della nobiltà, di possidenti e di povera gente, di padroni e di contadini.
L’umanità di un tempo trascorso. Le tantissime fotografie raccolte da Antonio Panzarella, che da anni si dedica da studioso attento alla valorizzazione della storia dell’arte fotografica, e dalla Fondazione Archivio Storico Fotografico della Calabria, sono impressioni di un’umanità che non c’è più, di un universo che soltanto la letteratura, la saggistica, l’arte e la fotografia possono raccontarci. Una civiltà che non tornerà più e che le memorie orali dei nostri avi non potranno più raccontarci. Un mondo che senza le testimonianze documentali, come quelle fotografiche, sarebbe perduto per sempre. Le tantissime immagini in bianco e nero rappresentano una memoria che non mostra tutto ma che dice molto di quello che la Calabria dell’Ottocento e del Novecento è stata. Rappresentazioni fotografiche che ci permettono di immaginare cosa c’era dietro quella gente spesso in posa davanti all’obiettivo dei pochi fotografi di quel tempo che con passione fotografavano la loro epoca. Immagini che ci offrono stimolanti spunti interpretativi delle vite, delle difficoltà, degli affetti, delle fatiche e delle comunità che erano quotidianamente costrette a fare i conti con un mondo duro, nella gran parte povero, ma allo stesso tempo indubbiamente più autentico e vicino all’ambiente, alla natura e al paesaggio di quanto sia il nostro di oggi. Foto della Calabria “di prima” che aiutano noi, abitanti della Calabria “di dopo” a comprendere con maggiore consapevolezza le cause e gli atti che hanno partorito la comunità del nostro tempo. Cause e fattori che è necessario e utile conoscere, studiare, assimilare per avere coscienza di quello che siamo. Insieme allo stupore, l’osservazione attenta delle foto storiche del mondo del Sud, aiuta a riflettere sugli elementi di manipolazione e trasformazione della realtà che ogni immagine inevitabilmente porta con sé. Sono fotografie di momenti particolari, spesso sono scattate dopo lunghe pose, eppure gli elementi di realtà che quelle foto contengono e che ancora oggi trasmettono, sono dati culturali da cui non si può prescindere se desideriamo afferrare quello che c’era dietro, prima e dopo l’attimo di quegli scatti. Gli atteggiamenti, il vestiario, gli sfondi e le pose dei soggetti fotografati mostrano molto di più di un istante. Sono narrazioni di un universo umano che spiegano modi di vivere, desideri, aspirazioni di singoli individui, di nuclei famigliari e di intere comunità. La dimensione e l’ampiezza del patrimonio fotografico dell’Archivio Storico rappresentano una testimonianza unica della potenza rappresentativa di un’arte, quella della fotografia, che è capace di attraversare passato, presente e futuro, rimanendo fedele al momento che ha registrato. Per queste ragioni la Fondazione rappresenta un utile strumento di diffusione critica del patrimonio fotografico e di sorgente culturale della nostra storia sociale. Una foto vecchia di oltre un secolo, anche oggi, nell’epoca dei selfie, esprime il suo grande valore, testimoniando la potenza rappresentativa di un’arte che è capace di attraversare la dimensione temporale. Le fotografie che raccontano la Calabria dei nostri padri e dei nostri nonni, non sono altro che “l’occhio del tempo” sempre pronto a mostrarci com’eravamo. Fotografie che, se osservate dalla giusta prospettiva, ci mostrano anche come saremo.
