Considerazioni intorno ad alcune Fotografie di Carmelo Zimatore e Diego Antonio Grillo Mario Panarello - Storico dell’Arte

Editoriali

Carmelo Zimatore (1850-1933) e il giovane nipote Diego Antonio Grillo (1878-1963) di Pizzo svolsero una considerevole attività di pittori e decoratori che, fra Otto e Novecento, trova pochi riscontri analoghi in Calabria. Le grandi imprese decorative per la chiesa della Certosa, la Cattedrale di Squillace, il santuario dei Santi Cosma e Damiano a Riace, solo per citare alcuni interventi a carattere religioso, sono documentabili attraverso una serie di elaborazioni grafiche e di bozzetti di grande importanza, e non bisogna trascurare che per la loro realizzazione ebbe soprattutto un ruolo cardine l’utilizzo della fotografia. Tale tecnica, già impiegata da Zimatore per lo studio di particolari soluzioni decorative e forse sviluppata in occasione del suo perfezionamento fiorentino, venne in modo programmatico usata per l’elaborazione di diversi cicli figurativi da Diego Antonio. Questi deve aver perfezionato l’utilizzo dello strumento presso la Reale Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studiò fra il 1895 ed il 1900, seguendo i corsi di alcuni fra i più importanti docenti, fra i quali Domenico Morelli e Filippo Palizzi.

Grillo e certamente anche Zimatore colsero l’importanza dello strumento fotografico e se ne servirono dapprima per la conoscenza delle opere degli artisti del passato e dei contemporanei, riproducendo e raccogliendo quelle di loro interesse; lo attestano, infatti, un gran numero di fotografie riproducenti volte affrescate e pale d’altare ancora conservate fra le carte pervenuteci dallo studio dei pittori. Le fotografie che qui riproponiamo risalgono all’epoca in cui Zimatore e Grillo lavorarono al ciclo pittorico della chiesa della certosa di Serra San Bruno, realizzato tra il 1898 ed il 1904. In una fotografia, scattata probabilmente dal nipote Diego Antonio, Carmelo Zimatore posa nelle vesti di un Certosino con un abito preso in prestito dalla certosa serrese. La posa assunta dall’artista ricorda quella di San Bruno della celebre statua di David Müller del 1622. Il soggetto, comunque, non servì per l’elaborazione di opere da inviare in certosa, ma per un ciclo decorativo progettato anni dopo, precisamente nel 1913. Infatti, l’immagine fu utilizzata per l’esecuzione di un personaggio all’estrema destra del dipinto raffigurante la Morte di Santa Marina di Bitinia della chiesa eponima di Polistena. Una larga quadrettatura a matita tracciata sulla fotografia indica che il soggetto è stato riportato forse direttamente sulla tela. Le fotografie connesse al ciclo pittorico certosino sono quelle scattate per la realizzazione delle grandi scene dipinte sulle pareti del coro della chiesa serrese: San Giuseppe col Bambino, la Compassione della Vergine, la Predica di San Giovanni Battista. Per il dipinto murale raffigurante San Giuseppe col Bambino, ambientato nella falegnameria del Santo e pensato per la parete sinistra, è stato effettuato uno studio fotografico preliminare del soggetto per il quale posarono il nipote di Zimatore, Nicola, allora forse giovane studente, ed un bambino. Nella redazione finale il soggetto ha subito notevoli modifiche, infatti, se quasi invariata è rimasta la figura del fanciullo quella del “giovane” che interpreta Giuseppe è stata notevolmente modificata nella sua traduzione pittorica in controparte, giacché nel dipinto si mostra di profilo, variando la posa ricercata nello scatto fotografico. Quest’ultima figura, che indossa un tunica bianca, è ammantata da una coperta di damasco con lunga frangia, già utilizzata in altre occasioni, ed è collocata in quello che doveva essere l’angolo dedicato alla fotografia dello studio dei pittori di Pizzo, sito presso la chiesa di Maria SS. Immacolata e Ferdinando Re alla “Marina”. I contrasti di luce e ombra sembrerebbero attestare una certa dimestichezza nell’uso della macchina fotografica che era utilizzata soprattutto dal più giovane dei due pittori. Gli eredi, infatti, ricordano che Grillo possedeva una ricca attrezzatura fotografica poi dispersa. Per il dipinto della Predica del Battista fece da modello lo stesso Grillo che posa nel medesimo ambiente nel quale venne effettuato lo scatto per il quadro di San Giuseppe ma, come per il dipinto centrale con la Compassione della Vergine, anche nel San Giovanni la postura è influenzata dalla tradizione pittorica precedente, soprattutto quella barocca, che informa tanto la fotografia quanto il dipinto nel quale la figura del Precursore è ruotata rispetto alla posa fotografica. Lo studio in fieri del corpus fotografico appartenuto agli artisti rivelerà, senza dubbio, altre novità tanto in connessione con il resto della loro produzione quanto in relazione ai rapporti di questi artefici con altre personalità attive nell’ambiente artistico meridionale.